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Quando si confonde la VERITÀ con l'odio

Cuori Ribelli,

immagino avrete seguito anche voi le recenti polemiche attorno alle dichiarazioni dell’autrice di Happy Potter.



Prima di dichiarare apertamente quale sia la mia posizione in merito alla questione tirata in ballo (coraggiosamente) dalla Rowling, però, voglio fare una premessa.


Credo fermamente che chiunque si sottoponga a lunghi e invasivi interventi chirurgici per avvicinarsi il più possibile all’idea che ha di se stesso e, di conseguenza, concedersi la possibilità di vivere una vita più in sintonia con le proprie inclinazioni, abbia il diritto di vedersi riconosciuta giuridicamente l’appartenenza al genere di destinazione.

Da quel momento in poi tutti devono considerarlo/a come appartenente al genere scelto.


Dico questo perché se accusiamo la Rowling di transfobia, lasciamo passare il messaggio che abbia dichiarato qualcosa di diverso da quanto ho appena fatto io e, invece, non è così.


In merito all’argomento, però, vorrei anche aggiungere che credo, anzi sono convinto, che un’operazione chirurgica e una nuova lettera su un documento non possano (purtroppo, dato che immagino che alcuni vorrebbero fosse così) cancellare anni di esperienza in un altro corpo, che questa ci sia piaciuta o meno, così come non si può cambiare quello che biologicamente quel corpo continuerà a essere.

Non può che essere altrimenti.


Premesso questo, passiamo alle dichiarazioni di J. K. Rowling. (ho cercato di tradurre nella maniera più fedele possibile per permettere anche a chi non parla inglese di farsi un’idea, ma condivido per completezza anche gli screen originali dei suoi tweet).


Persone che hanno le mestruazioni. Sono sicura che un tempo avevamo un termine per indicare queste persone. Che qualcuno mi aiuti. (Poi seguono dei giochi di parole che alludono al termine donna).”


Il post riceve tanti like quante critiche, critiche che vi confesso non ho capito. Cosa c’è di male e discriminatorio nel dichiarare che le donne sono quegli esseri umani che hanno le mestruazioni?


Magari qualcuno me lo spiegherà, ma la Rowling rincara la dose e, consapevole quanto me dell’importanza che ricopre l’identità di genere, per una miriade di motivi, scrive un altro tweet in risposta alle accuse di discriminare i transessuali:


Se il sesso non è reale, allora non può esserci attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta da ogni donna a livello globale viene cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso, cancella anche la possibilità per molti di discutere in maniera costruttiva delle proprie vite. Dire la verità non ha nulla a che fare con l’odio”.



Ora, non facciamoci prendere dal fattore empatico, normale davanti ad affermazioni tanto forti, e proviamo a ragionare sulla cosa, senza luoghi comuni o sterili ideologie alla we are the world, perché non servono a nessuno.

Le minoranze, e so di cosa parlo dato che faccio parte di una di esse, non hanno bisogno che gli altri diano loro ragione a prescindere, come si fa con i bambini. Non hanno bisogno di "protettori", ma di gente capace di confrontarsi senza violenza.


Pensiamo a quanto dichiarato dalla Rowling, ma per farlo vorrei anche sottoporvi un quesito mio.


Ho una sorella che soffre di sindrome premestruale. L’ho portata personalmente al pronto soccorso più di una volta, perché ci sono occasioni nelle quali devono farle una flebo per calmare i crampi. I suoi non sono solo dolori fisici, credetemi se vi dico che cambia quasi personalità durante quei giorni. Ammetto che da uomo non comprendo quello che le succede ogni mese e proprio partendo da questa mia ammissione, vi pongo il quesito. Se io domani decidessi di operarmi e cambiare sesso, il mio essere donna (inteso come esperienza complessiva del nascere e crescere in un corpo femminile, e, di conseguenza, essere educata in un certo qual modo proprio in quanto donna) equivarrebbe a tutti gli effetti a quello di mia sorella? Saremmo due donne alla pari? Una donna quanto l’altra?


Siate sinceri, altrimenti non serve a nulla confrontarsi.


Aggirando ogni giudizio di valore e premettendo che giuridicamente e socialmente ogni individuo DEVE godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità degli altri, siamo pronti a dichiarare che un transessuale, nato e fattosi adulto nel corpo di un uomo, che questo gli piacesse o meno, sia tanto donna quanto lo sarebbe stato se fosse nato in un corpo femminile?


Onesti.


Voglio solo riflessioni oneste.


Voglio qualcosa che mi convinca e non le solite menate da manuale perbenista e politicamente corretto.


Il monologo di Agrado, nel bellissimo film di Almodóvar - Tutto Su Mia Madre, rimane una pagina poetica della cinematografia mondiale, ma è proprio di questo che si tratta: di una poesia. E, forse, proprio per questo ci piace tanto.


"Mi chiamano Agrado perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere la vita gradevole agli altri. Oltre che gradevole sono molto autentica. [...] Quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica signora mia... e in questa cosa non bisogna essere tirchie, perché una più è autentica quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa."


La realtà, senza togliere nulla a nessuno, ma riconoscendo sempre e a tutti gli stessi diritti degli altri, temo sia un’altra. Le ragioni sono facilmente rintracciali su qualunque testo di biologia voi abbiate studiato ai tempi della scuola.


Voglio dire che una Vladimir Luxuria, se lo desidera, ha tutto il diritto di fare quanto in suo potere per somigliare a Sofia Loren e tutti gli altri devo supportarla e accettare di chiamarla Sofia, ma (temo) non potrà mai essere una Loren al 100%.


Spero questo non risulti transfobico, perché mi sembrerebbe proprio fuori luogo.


La verità è che solo una donna sa cosa vuol dire nascere donna.

Solo un transessuale sa cosa vuol dire vivere da transessuale.

Solo un uomo sa cosa vuol dire essere un uomo.


Dire la verità non dovrebbe offendere nessuno, mentre accettare serenamente ciò che siamo rappresenta l'unica via per una vita davvero libera.


Un caro saluto Cuori Ribelli,


Emiliano

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