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Sono un IT.ALI.ANO vero

Cuori Ribelli,

qualche anno fa, quando approdai in questo strambo ambiente del self publishing, alcuni si sorpresero della scelta di ambientare tutte le mie storie nel nostro Paese. A mia volta, io mi sorpresi della loro sorpresa. Strano come le scelte per noi più naturali risultino anticonvenzionali per molti altri.


Da lettore confesso che quando leggo sinossi tipo “tizio e caio si incontrano a Miami…” mi cascano le pa**e e passo oltre. Certa letteratura si è fossilizzata al pensiero che ci si possa innamorare solo se si possiede il passaporto statunitense. Ecco, ora ascoltatemi bene. Non abbiamo nulla da invidiare agli americani. Gli uomini italiani non hanno nulla da invidiare a quelli americani.

Tra il rampante avvocato di New York e il piccolo imprenditore calabrese, io scelgo il secondo. Tra il poliziotto losangelino e quello siciliano, tenetevelo voi l’americano che io preferisco il siculo.


Scherzi a parte, va da sé che ogni storia ha bisogno del giusto contesto per svilupparsi nel migliore dei modi, proprio come avviene nel rapporto tra una pianta e il terreno nella quale cresce.


Nella mia produzione, per esempio, il libro che preferisco sopra ogni altro è LA PARTE SOSPESA DEL CUORE, proprio l’unico titolo a non avere alcuna connessione con il nostro Paese. Il fatto è che per raccontare quella storia avevo bisogno di un luogo pregno di magia e, credetemi, nessun luogo è più magico del Sud America. Ho immaginato la storia ambientata in un posto dove fosse possibile respirare la magia che volevo trasmettervi, ma l’ho fatto anche perché, in un certo qual modo, alcuni luoghi di quel continente li considero un po’ come una seconda casa, ma questa è un’altra storia.


Probabilmente alcune scelte sono legate anche alla ragione per la quale si scrive. Chi cerca luoghi lontani e “perfetti” nel nostro immaginario, lo fa per intrattenere e far sognare. Ecco, a me questo interessa fino a un certo punto. In tutta sincerità, interessa poco e niente.

Io scelgo di ambientare le mie storie in Italia perché è qui che vivo ed è qui che vivete voi. Per nessuna ragione al mondo farei mai passare il messaggio, anche involontario, che per trovare la realizzazione sentimentale voi dobbiate lasciare la vostra terra. Non ho nessuna intenzione di farvi sognare con amori esotici e lontani, ma voglio spingervi a credere, perché questa è la realtà, che è nel punto dove vi trovate che potete germogliare e fiorire.

Se poi la vita vi mette davanti alla possibilità di spostarvi altrove e la ritenete la cosa migliore, fatelo, perché probabilmente fa parte del vostro processo evolutivo. Viaggiate, emigrate, trasferitevi, se volete, ma non scappate. Scappare da chi si è e dalle proprie origini non cambia il mondo, chi siete, e di certo non risolve i problemi. Spostarvi altrove cambia solo il cielo sopra le vostre teste.


Se questo Paese non è come lo vogliamo, se non lo sono le persone che ci vivono, lavoriamo affinché tutto questo cambi. Lavoriamo tramite il nostro esempio. Diventiamo le persone che ci piacerebbe incontrare. Viviamo come vorremmo che vivessero le persone intorno a noi.

Siamo il nostro viaggio.

Rendiamolo speciale, responsabile e di ispirazione per gli altri.


Non ve lo dico mai, ma oggi mi sento di farlo.

Vi voglio bene Cuori Ribelli.


Cercate di trascorrere questi giorni in armonia, prima di tutto con voi stessi, poi con tutti quelli che vi circondano.


Buon Natale,


Emiliano

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