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Nelle DONNE ogni cosa è CUORE, anche la testa

“Nelle donne ogni cosa è cuore, anche la testa”.

(Jean Paul Richter)



“Esiste una differenza che è certamente il risultato di una catena di effetti, avvenuti nel corso di millenni, che coinvolgono la genetica, gli ormoni, il cervello, i comportamenti e che non implicano alcun giudizio di inferiorità o superiorità” - spiega il neurochirurgo Giulio Maira. “In linea di massima, l’uomo possiede un cervello che segue schemi logici più basati sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento cerebrale sarebbe maggiormente di tipo intuitivo. Una differenza nei comportamenti la si trova anche nel modo di reagire di fronte a stress o ira: la donna attiva il sistema limbico, cioè i circuiti emotivi e la reazione ha sempre una connotazione affettiva. L’uomo attiva la corteccia prefrontale per cui la risposta è prevalentemente motoria ed orientata all’azione”.



Ho scelto di iniziare questo post con le parole di un altro, qualcuno sicuramente più autorevole del sottoscritto, perché se è vero che mi piace leggere testi di psicologia e teorie sulle differenze di genere, questo non fa di me uno psicologo.

Purtroppo certe volte il magico ingrediente dell’empatia, tanto decantato a destra e a manca, nulla può contro l’assenza di una conoscenza diretta e approfondita delle cose. Ci credereste? Eppure è così e io lo accetto.

Abbiamo evidenza delle differenze tra maschi e femmine in ogni istante della nostra vita eppure c’è ancora chi insegue un’uguaglianza utopica che non solo è impossibile da conseguire, ma sarebbe persino dannosa per tutti.

Certe differenze sono sotto gli occhi di tutti e molte donne si divertono persino a sottolinearle nei loro post di critica nei confronti di compagni e mariti che non sembrano mai in grado di capirle, ma se è un uomo a far notare certe differenze allora per tutte diventa un misogino.

Essere diversi non vuol dire che uno sia migliore di un altro. Non in toto almeno. È logico che certe differenze fanno sì che l'uomo possa eccellere in alcune attività e la donna in altre. Pensarla diversamente sarebbe tanto utopico quanto insistere che certe differenze non esistano.

A me sembra ovvio, ma per evitare che quanto riportato in questo post venga interpretato come la “Teoria di Di Meo” voglio affidarmi ancora a un esperto e, questa volta, l’ho scelto del gentil sesso.




Interessanti in merito le parole della psicologa Paola Savino:


Tutte le cellule del nostro corpo sono sessuate. Tra i 46 cromosomi contenuti in ogni cellula del nostro corpo, nelle cellule maschili ve n’è uno di dimensioni inferiori. È il famoso cromosoma “y”, che provoca delle variazioni nella produzione degli ormoni sessuali, che, a loro volta, determinano l’apparizione dei caratteri maschili nel feto in via di sviluppo. I ricercatori hanno dimostrato come questi ormoni, che circolano nel sangue e che modellano i caratteri sessuali del nostro corpo, agiscano anche sul cervello, creando delle differenze chiare tra i due sessi sia sul piano morfologico sia su quello comportamentale.


Sempre La Savino ci spiega le dimensioni del femminile e del maschile in un modo davvero affascinante.



La circolarità femminile e la linearità maschile: la natura lunare e la natura solare.


Le funzioni della matrice biologica femminile sono il menarca, cioè la prima mestruazione, il ciclo mestruale, che contraddistingue la vita fertile della donna, la gravidanza, il parto, l’allattamento e la menopausa. Le funzioni della matrice biologica maschile sono invece l’erezione, la spermatogenesi e l’eiaculazione.

La matrice biologica ha definito per il femminile un’impronta circolare. Il corpo delle donne è infatti caratterizzato da cicli. Il ciclo della fertilità (menarca-gravidanza-menopausa) e soprattutto il ciclo mestruale che per lunghi anni scandisce la vita femminile e si muove come un cerchio: ogni mese inizia, si completa e finisce. Per poi riprendere.


Se l’impronta femminile è circolare, quella che la matrice biologica ha definito per il maschile è lineare. Il corpo dell’uomo, diversamente da quello della donna, non è scandito da cicli: i livelli ormonali maschili sono infatti costanti, non salgono e scendono, non seguono un ritmo che si ripete più e più volte. Se il femminile è il regno della circolarità, il maschile è il dominio della linearità. Nei testicoli la spermatogenesi è continua. Una linea senza fine. C’è differenza con le ovaie. La preparazione dell’ovulo è periodica: matura, viene spinto fuori dal follicolo e intraprende la sua discesa. Nel frattempo un altro ovulo ha già iniziato il processo che, circa un mese dopo, lo porterà a ripetere le stesse sequenze. Un cerchio continuo. Se gli ovuli sono già tutti presenti nelle ovaie – un prezioso corredo biologico che le donne portano con sé – e vengono dispensati secondo una regolamentazione ciclica, gli spermatozoi sono invece prodotti a ritmo continuo, con regolarità. Così è l’impronta maschile: si sviluppa linearmente, come un tracciato che si muove lungo una retta. Anche nell’età senile il flusso ormonale maschile segue un percorso lineare, calando gradualmente. Diversamente da quello femminile che si interrompe più bruscamente. I testicoli non smettono di produrre e far maturare spermatozoi. Si riduce il numero, il tempo di risposta dell’erezione e l’intensità. Ma non ci sono cambiamenti vistosi in tempo breve. La riduzione è graduale.


La vita femminile è quindi un percorso circolare, che procede a fasi cicliche, come quello della luna. La vita maschile è invece un percorso lineare, che procede senza sbalzi, in modo costante, come quello del sole. Il principio femminile si esprime come natura lunare. Il principio maschile si esprime come natura solare. Sono simboli che l’essere umano riconosce spontaneamente da sempre: è la matrice biologica che si manifesta.

Luna crescente, luna piena (o plenilunio), luna calante, luna nuova (o novilunio). Così è l’astro lunare: con l’altalenarsi delle fasi scandisce i suoi ritmi. Come la matrice circolare femminile. Proprio come questo satellite, le donne ripercorrono lo stesso ciclo ogni mese. Sono quattro le fasi lunari, come quattro sono le fasi del ciclo femminile: fase pre-ovulatoria, fase ovulatoria, fase pre-mestruale e fase mestruale. Ciclo mestruale e luna: l’abbinamento è immediato. Ventotto giorni è un ciclo lunare completo, ventotto giorni è in media un ciclo mestruale. Luna e utero: un’altra associazione spontanea. Stesso ciclo, stesse fasi. La luna è l’organo del cielo che disegna nella volta stellata quegli stessi ritmi.

Il sole – diversamente dalla luna – durante il mese non si mostra “a fasi”. È sempre tutto intero. Non esistono fasi solari, ma solo momenti distinti: “È mattino”, ci dice l’aurora. “È mezzogiorno”, ci dicono i raggi che calano a picco sulla testa. “È sera”, ci dicono le fiamme rosse del tramonto. “È notte”, ci dice il sole quando non c’è più. Se nell’arco di ventotto giorni la luna completa un ciclo e si mostra nelle sue quattro fasi, il sole invece è sorto e tramontato per ventotto volte. Presentandosi ogni giorno allo stesso modo. Natura lunare, ciclica, ritmica e oscillatoria. Natura solare, lineare, puntiforme e costante. La matrice biologica con i suoi diversi ritmi non influisce solo sui corpi degli uomini e delle donne. Ma anche sulle loro menti. La natura lunare e la natura solare si esprimono infatti in modo molto diverso, creando un pensiero di testa e un pensiero di pancia.


Il maschile è lo spazio della mente, del conscio. La realtà è vista soprattutto in modo oggettivo, come in una giornata di sole: tutto è chiaro e nitido, ben visibile e osservabile. È la visione solare, dove predomina la ragione, l’analisi, la razionalità e il realismo.

Se il maschile è lo spazio della mente, della logica e della razionalità, il femminile è lo spazio delle sensazioni. È l’inconscio a predominare. La realtà è vista soprattutto in modo soggettivo, come in una notte lunare: la visione non è chiara e definita ma fatta di chiaroscuri, di spazi visibili e invisibili. Linee e contorni sono sfumati. Così è la visione lunare: puoi presagire ma non vedere chiaramente. Puoi immaginare, capire, intuire, ma non comprendere. Il pensiero femminile, diversamente da quello maschile, è arricchito di ombreggiature, esalta la percezione, l’intuizione, evidenzia l’aspetto emozionale dei fatti, degli altri, della realtà in generale. Ci fa cogliere l’atmosfera di un luogo, la sensazione su una persona. Non è l’informazione chiara e senza equivoci di un messaggio che ci arriva da una comprensione logica e intellettiva, è piuttosto la voce interiore che sussurra.



Lo psichiatra Paolo Pancheri, diversi anni fa, fece notare:


Le ricerche hanno evidenziato che esiste un’area del cervello nella donna che appare più voluminosa e attiva rispetto a quella dell’uomo. Si tratta di una zona dei lobi frontali, ossia la corteccia frontale dorso laterale, che sovrintende ai processi di memoria a breve termine, alla programmazione e valutazione delle procedure e delle decisioni per raggiungere uno scopo. Questa zona della donna ha uno spessore maggiore ed è collegata con le cosiddette aree “limbiche” (la sede dell’emotività), che, sempre nella donna, a parità di stimoli, si attivano più intensamente. Il processo decisionale delle donne, quindi, è influenzato emotivamente in misura maggiore rispetto a quello degli uomini.


Secondo Pancheri si possono seguire due strade diverse quando si tratta di prendere delle decisioni importanti: fare dei ragionamenti basati sulla logica, scegliendo le opzioni che presentano maggiori probabilità di successo, oppure introdurre fattori di tipo emozionale che modificano la valutazione delle alternative. Con questo meccanismo influenzato dalle emozioni si possono fare delle scelte vincenti. Seguendo una logica maschile, che usa ragionamenti sequenziali, con una rigida valutazione dei rischi, si possono rifiutare delle opzioni solo perché sarebbero perdenti secondo una logica probabilistica.

L’emotività eccessiva, però, può rappresentare un rischio. È ciò che si dice da sempre: l’uomo vive con la testa e la donna con il cuore. Il mondo femminile è caratterizzato dal codice del sentimento, il mondo maschile dal codice della ragione. Lei è più vicina al cuore, la sede dell’amore e dei sentimenti. Lui è più vicino alla testa, la sede dell’intelletto e della logica. Le donne infatti si orientano meglio nell’area dell’affettività mentre gli uomini nell’area della razionalità. L’universo femminile esprime con più facilità i vissuti interiori ed è molto più a suo agio nella galassia dei sentimenti rispetto all’uomo. Le donne si emozionano facilmente: si commuovono al cinema, a teatro e in tutte le situazioni umane toccanti. Gli uomini sono più razionali e distaccati. È più difficile sentirli esprimere i propri vissuti: non manifestano le emozioni con la frequenza delle donne. Lei dice a lui: «Non hai sentimenti. Sei tutto testa». Lui dice a lei: «Sei troppo emotiva». Le donne si lamentano che gli uomini sono “sentimentalmente avari”, non danno dimostrazioni di tenerezza, non esprimono ciò che sentono. Gli uomini sostengono invece che le donne sono troppo emotive, non sono abbastanza logiche, non si controllano…



Salvaguardiamo queste differenze, senza rinnegarle.


Uomini e donne concepiscono la vita in maniera diversa e la affrontano basandosi su schemi mentali diversi.



Spero voi abbiate trovato interessante questa prima infarinatura sul tema delle differenze di genere e, magari, essa potrà esservi di aiuto nel vedere le cose in maniera nuova. Non oggi, naturalmente. Faremo un passo alla volta.

Chissà… la prossima volta in cui penseremo che sia così semplice mettersi nei panni dell’altro, magari ci penseremo un po’ meglio.


L’empatia è un’ottima dote, ma solo una donna sa cosa vuole dire nascere e vivere da femmina e solo un uomo sa cosa vuol dire nascere e vivere da maschio e, come abbiamo appena letto, non si tratta dell'avere o meno un pene o una vagina, bensì dell'avere un cervello maschile o un cervello femminile.


Fa quasi parte di una dimensione che va oltre tutto quello che è possibile razionalizzare.

Vediamo che è così, lo sa il nostro istinto, ma la ragione non sempre ha i mezzi per spiegarlo.


Emiliano Di Meo

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